Il segreto del successo? Pensare diverso dagli altri e non tradire la Signora Valeria.
Estratto dell’intervista di M. Calabresi a Michele Ferrero, La Stampa, 15 febbraio 2015
“Tutti facevano il cioccolato solido e io l’ho fatto cremoso; tutti facevano le scatole di cioccolatini e noi cominciammo a venderli uno per uno, incartati a festa; tutti pensavano che noi italiani non potessimo andare in Germania a vendere il cioccolato e oggi è il nostro primo mercato; tutti volevano il cioccolato scuro e io l’ho fatto con più latte e meno cacao; tutti pensavano che il tè potesse essere solo in bustina e caldo e io l’ho fatto freddo e senza bustina, con uno scatolino leggerissimo e la cannuccia…”. Sa perché ho potuto fare tutto questo? Per il fatto di essere una famiglia e di non essere quotati in Borsa: questo ha permesso di crescere con serenità, di avere piani di lungo periodo, di saper aspettare e non farsi prendere dalla frenesia dei su e giù quotidiani.”
Mi scusi signor Michele, ma chi è la Valeria?
La Valeria è la mamma che fa la spesa, la nonna, la zia, è il consumatore che decide cosa si compra ogni giorno. È lei che decreta il successo di un’idea e di un prodotto e se un giorno cambia idea e non viene più da te e non ti compra più, allora sei rovinato. Sei finito senza preavviso, perché non ti manda una lettera dell’avvocato per avvisare che taglia il contratto, semplicemente ha deciso di andare da un’altra parte, di non comprarti più.
Qual è stata l’intuizione che è sembrata più pazza ma che gli ha dato più soddisfazione?
“È successo anni dopo, in Italia, quando pensai che l’uovo di cioccolato non poteva essere una cosa che si mangiava solo una volta all’anno, a Pasqua. Ci voleva qualcosa di più piccolo, un ovetto che si potesse comprare ogni giorno a poco prezzo, ma che avesse anche una sorpresa in miniatura. Pensai alla Valeria mamma, che così poteva premiare il suo bambino perché aveva preso un bel voto a scuola, alla Valeria nonna che lo regalava per sentirsi dire: “Sei la più bella nonna del mondo” o alla Valeria zia che riusciva così a strappare al nipotino quel bacio e quell’abbraccio che faticavano sempre a conquistare. Ma così tanto cioccolato poteva preoccupare le mamme, allora pubblicizzai che c’era “più latte e meno cacao”: quale miglior sensazione per una mamma di dare più latte al suo bambino? Così ordinai venti macchine per produrre ovetti, ma in azienda pensarono di aver capito male o che fossi diventato matto e non fecero partire l’ordine. Poi chiesero a mia moglie Maria Franca se la firma sull’ordine era davvero mia; lei confermò, ma per far partire la cosa dovetti intervenire di persona. Le obiezioni erano fortissime, dicevano che sarebbe stato un flop, che le uova si vendevano solo a Pasqua e allora io sbottai e dissi: “Da domani sarà Pasqua tutti i giorni”.
Questo fu il 1968 di Michele Ferrero, la sua rivoluzione, quando insieme all’ovetto, partì la linea di prodotti per bambini che conosciamo come Kinder Ferrero.